Perché il congiuntivo è importante?


Scopri perché il congiuntivo è importante, anzi importantissimo, in italiano.

Scopri perché il congiuntivo è importante, anzi importantissimo, in italiano.

Diffidate di chi cerca di convincervi del contrario!

Vorrei farvi osservare il modo congiuntivo da un altro punto di vista, da un’altra angolazione.

È utile vedere come si usa il modo congiuntivo in contrapposizione con il modo indicativo.

Perché i tempi di questi due modi si equivalgono in un certo senso e nella seconda parte di questo video capirete meglio quello che sto dicendo.

Per il momento inizierei con il dire che mentre l’indicativo è il tempo della certezza e dei fatti, il modo congiuntivo è il modo dell’incertezza, del dubbio, dei sentimenti, delle emozioni, eccetera.

Quindi mentre usiamo i tempi del modo indicativo per parlare di informazioni certe, di fatti, di eventi, di cose che abbiamo vissuto nel passato, che viviamo nel presente o che vivremo nel futuro,

i tempi del modo congiuntivo ci permettono di esprimere la nostra parte più irrazionale.

Quindi i tempi del congiuntivo ci permettono di esprimere le nostre opinioni, i nostri dubbi, le nostre emozioni, le nostre paure, le nostre preoccupazioni, eccetera, eccetera.

Quindi il modo congiuntivo è estremamente importante perché appunto ci dà gli strumenti per usare la lingua e poterci esprimere in modo molto più completo e soddisfacente.

Dal punto di vista più tecnico, è importante sapere che i tempi del congiuntivo si usano nel 95% dei casi solo nelle frasi subordinate.

Per capirci: la frase subordinata è una frase che dipende dalla frase principale e quindi non può stare da sola, non può essere detta in modo indipendente.

Deve sempre essere legata ad una frase principale.

Quindi, a parte alcune eccezioni di modi di dire, di frasi fatte o di espressioni fisse, usiamo i tempi del congiuntivo nelle frasi subordinate.

Di conseguenza per usare i tempi del congiuntivo nelle frasi subordinate ci devono essere le condizioni giuste nelle frasi principali.

Quali sono le condizioni giuste?

La presenza di verbi di opinione, verbi di sentimento, verbi di volontà, la negazione oppure strutture impersonali, per esempio.

Quindi verbi e strutture verbali che introducano un’opinione, un sentimento, una paura, un’emozione, una preoccupazione, un dubbio, eccetera.

Vediamo insieme quali sono questi verbi e queste strutture verbali.

Leggiamo questi verbi: pensare, credere, immaginare, volere, sperare, temere, piacere, dispiacere, dubitare, aspettare.

Questi sono alcuni dei verbi più usati, sono molto popolari nella conversazione e ci aiutano ad esprimere un pensiero, un’opinione, una volontà, una speranza, una paura.

Qualcosa che ci piace, qualcosa che non ci piace, eccetera.

Se usiamo questi verbi in una frase principale poi nella subordinata dobbiamo usare un verbo al congiuntivo.

Questi che vedete sullo schermo sono solamente alcuni.

Ho scelto quelli più usati nella conversazione.

Passiamo ora alle strutture verbali, anche per queste strutture verbali se le usiamo nella frase principale poi dobbiamo usare un verbo al congiuntivo nella frase subordinata.

Avere paura, avere l’impressione, essere contenti / felici / tristi, eccetera.

Anche qui, queste sono solamente alcune delle strutture verbali con cui poi dobbiamo usare il congiuntivo.

Usiamo il congiuntivo nella frase subordinata anche quando nella frase principale c’è una struttura impersonale, come ad esempio: è bello/brutto/possibile/impossibile/strano/normale che, eccetera.

Chi si trova ad un livello un po’ più avanzato sa anche che dopo determinate congiunzioni dobbiamo usare un verbo al congiuntivo.

Alcune di queste congiunzioni sono: affinché, nonostante, a patto che, purché, a meno che, senza che, eccetera.

E infine voglio anche portare alla vostra attenzione sugli aggettivi e i pronomi indefiniti.

Infatti il verbo che li segue deve essere coniugato al congiuntivo: ovunque, dovunque, chiunque, qualunque, qualsiasi.

Ovviamente questa video lezione non è una video lezione dettagliata, Perché il mio intento con questo video è semplicemente quello di farvi entrare nell’ottica dell’uso del congiuntivo.

Cioè, farvi capire Perché usiamo il congiuntivo e qual è la differenza con l’indicativo.

E adesso ci addentriamo un po’ di più nell’argomento e vediamo proprio la differenza tra una frase con l’indicativo e una frase con il congiuntivo.

Mettiamo a confronto queste frasi per capire la differenza e soprattutto l’uso del congiuntivo.

Questo è un estratto di una lezione precedente che ho fatto sulla concordanza tra i tempi dell’indicativo e i tempi del congiuntivo.

Vi lascerò il link a questa lezione nella descrizione del video qui sotto, nel caso vogliate approfondire ancora di più questo argomento.

Allora vediamo adesso la differenza tra i tempi dell’indicativo e i tempi del congiuntivo.

Leggiamo la prima frase.

So che Marco parla spesso con Filippo.

Questa è una certezza.

Questa è un’informazione certa.

So che Marco parla spesso con Filippo, è un’azione quotidiana, è un’azione di routine, è un’azione che si ripete con costanza, con frequenza.

Quindi nella frase subordinata usiamo il presente indicativo, perché anche il verbo principale è al presente.

Leggiamo questa frase qui:

Immagino che Marco parli spesso con Filippo.

Questa frase non è una certezza, è una supposizione oppure una sensazione.

Io penso / immagino / credo che Marco parli spesso con Filippo.

La frase è comunque al presente, ma il verbo della subordinata è al presente congiuntivo, perché il verbo della frase principale è un verbo di opinione.

Vediamo altri esempi, leggiamo questa frase: So che Marco ha parlato con Filippo ieri.

Certezza: So che Marco ha parlato con Filippo ieri.

Uso il passato prossimo indicativo perché sto parlando di un’azione che è successa ieri, quindi è un’azione passata rispetto al verbo della principale.

Leggiamo questa frase.

Penso che Marco abbia parlato con Filippo ieri.

Penso / Credo / Immagino, è una mia sensazione, è una mia supposizione, è una mia idea.

Penso che Marco abbia parlato con Filippo.

Sempre ieri, in questo caso uso il passato congiuntivo, quindi il passato congiuntivo è il corrispettivo del passato prossimo indicativo in una frase in cui io esprimo una mia idea / una mia opinione / una mia sensazione / un mio sentimento / una mia emozione.

Non è un fatto, non è una certezza.

È una mia idea, una mia sensazione.

Adesso vediamo degli esempi in cui il verbo principale è al passato.

Leggiamo questa frase:

Sapevo che Marco parlava spesso con Filippo.

Qui uso l’imperfetto indicativo: Sapevo che Marco parlava spesso con Filippo, un’azione certa del passato.

Se invece dico: credevo che Marco parlasse spesso con Filippo, sto esprimendo una mia supposizione / una mia idea / una mia sensazione del passato.

Credevo / Pensavo / Immaginavo che Marco parlasse spesso con Filippo.

Quindi in questo caso devo usare l’imperfetto congiuntivo, quindi l’imperfetto congiuntivo è il corrispettivo dell’imperfetto indicativo quando voglio comunicare un’informazione non certa.

Vediamo un altro esempio sempre al passato.

Leggiamo questa frase:

Ieri ho saputo che Marco aveva parlato con Filippo il giorno prima.

Certezza, sono venuta a conoscenza di questa informazione certa.

Ieri ho saputo che Marco aveva parlato con Filippo il giorno prima.

Quindi nella frase subordinata uso il trapassato indicativo.

Se invece dico: Ieri ho creduto che Marco avesse parlato con Filippo il giorno prima.

Ho creduto / Ho avuto questa sensazione / Ho avuto questa impressione.

E quindi nella frase subordinata devo usare il trapassato congiuntivo.

Il trapassato congiuntivo è il corrispettivo del trapassato indicativo quando dobbiamo esprimere un’incertezza / un’opinione / una sensazione / un’emozione che avviene prima di un verbo principale al passato.

Vedete che i nomi sono sempre gli stessi?

Trapassato – trapassato, imperfetto – imperfetto.

Cambia però il modo verbale, proprio perché l’indicativo è il modo della certezza, delle informazioni, dei fatti, mentre il congiuntivo è il modo dell’irrazionale – se vogliamo dire così.

Delle opinioni, delle sensazioni, delle incertezze, dei dubbi, delle sensazioni, delle impressioni.

Prima di concludere questa lezione vorrei aprire anche una parentesi sulle frasi negative.

Perché quando sono positive, le frasi indicano un’informazione certa e quindi usiamo tutti i tempi dell’indicativo.

Se trasformiamo queste frasi in frasi negative dobbiamo poi usare il congiuntivo perché quella certezza che c’è nella frase affermativa, non c’è più nella frase negativa.

Quindi per esempio: so che cosa succede.

Ho la certezza.

Però devo dire: Non so che cosa succeda.

Perché la certezza viene meno, non c’è più.

Se dico: so che cosa è successo, ho la certezza.

Se dico: non so che cosa sia successo, non c’è più la certezza.

Vediamo un altro esempio.

Mi raccontava sempre che cosa succedeva.

Non mi raccontava mai che cosa succedesse.

Mi raccontò che cosa era successo.

Non mi raccontò che cosa fosse successo.

Quindi quando Trasformiamo una frase affermativa con un’informazione certa in una frase negativa, la negazione nega anche la certezza e per questo motivo usiamo il congiuntivo.

Questo è tutto per la lezione di oggi.

Spero davvero che vi sia utile e spero davvero che vi abbia aiutato un po’ – anche solo un po’ – a capire meglio l’uso del congiuntivo in italiano.

Grazie ancora e noi ci vediamo nella prossima lezione.

A presto! Ciao!

Speak your mind!